Manovra bis e amnistia
Cari Bloggers,
oggi avrei voluto scrivere su quell'abominio concepito dal ministro Mastella
( l'amnistia) ma tralascio perchè sono stato anticipato da Beppe Grillo e Di Pietro con i rispettivi post "Gli ammastellati" e "no all'amnistia" che vi consiglio di leggere solo se non soffrite di attacchi di bile. Parliamo di manovra bis: il ministro dell'economia Padoa Schioppa è stato colpito da un infarto multiplo quando ha letto il bilancio del nostro carissimo Paese. Contemporaneamente, gli scienziati di Stanford hanno esultato perchè hanno scoperto il più grande numero primo: trattasi del deficit lasciato da Tremonti. Il buon Prodi auspica dei tagli agli sprechi pubblici ( tipo auto blu, consulenze, etc ). Cosa buona e giusta ma sarebbe opportuno ricordare ai cittadini che attualmente lo spreco pubblico in Italia è quasi legalizzato. Nel 1997, la sinistra e la destra, spinti dal superiore amore per il bene dell'Italia, hanno depenalizzato il reato di abuso d'ufficio non patrimoniale ( legge votata con una maggioranza del 95% ): questo reato comprendeva tutte quelle porcherie come lottizzazioni, concorsi truccati, favoritismi e sperperi vari dove non traspariva esplicitamente una contropartita patrimoniale. Quindi se un politico parte con la sua delegazione formata da segretari, portaborse, autisti, mogli e figli alla volta di qualche paese tropicale per promuovere la provola ragusana, non ci sarà problema. Nella stessa categoria rientrano le moltiplicazioni dei pani e dei pesci e dei posti ( commissioni fantasiose tipo la commissione mare e la commissione mediterraneo, opera del presidente Bassolino ) o quelle orde di lavori socialmente (in)utili creati ad hoc per sistemare questo o quell'amico o ancora meglio elettore portatore di voti. Il mio sogno: i potenti o presunti tali dovrebbero rendere conto pubblicamente del come e perchè spendono i nostri soldi. Ancora meglio sarebbe se ci fosse qualche giornalista non asservito che scrivesse ogni tanto 3 righe sull'argomento. Ma non preoccupatevi: domani ci sarà una nuova puntata di Porta a Porta e scoprirete di che marca erano le babbucce dell'assassino di Cogne. Vi rovino la sorpresa: erano di Prada.
oggi avrei voluto scrivere su quell'abominio concepito dal ministro Mastella
( l'amnistia) ma tralascio perchè sono stato anticipato da Beppe Grillo e Di Pietro con i rispettivi post "Gli ammastellati" e "no all'amnistia" che vi consiglio di leggere solo se non soffrite di attacchi di bile. Parliamo di manovra bis: il ministro dell'economia Padoa Schioppa è stato colpito da un infarto multiplo quando ha letto il bilancio del nostro carissimo Paese. Contemporaneamente, gli scienziati di Stanford hanno esultato perchè hanno scoperto il più grande numero primo: trattasi del deficit lasciato da Tremonti. Il buon Prodi auspica dei tagli agli sprechi pubblici ( tipo auto blu, consulenze, etc ). Cosa buona e giusta ma sarebbe opportuno ricordare ai cittadini che attualmente lo spreco pubblico in Italia è quasi legalizzato. Nel 1997, la sinistra e la destra, spinti dal superiore amore per il bene dell'Italia, hanno depenalizzato il reato di abuso d'ufficio non patrimoniale ( legge votata con una maggioranza del 95% ): questo reato comprendeva tutte quelle porcherie come lottizzazioni, concorsi truccati, favoritismi e sperperi vari dove non traspariva esplicitamente una contropartita patrimoniale. Quindi se un politico parte con la sua delegazione formata da segretari, portaborse, autisti, mogli e figli alla volta di qualche paese tropicale per promuovere la provola ragusana, non ci sarà problema. Nella stessa categoria rientrano le moltiplicazioni dei pani e dei pesci e dei posti ( commissioni fantasiose tipo la commissione mare e la commissione mediterraneo, opera del presidente Bassolino ) o quelle orde di lavori socialmente (in)utili creati ad hoc per sistemare questo o quell'amico o ancora meglio elettore portatore di voti. Il mio sogno: i potenti o presunti tali dovrebbero rendere conto pubblicamente del come e perchè spendono i nostri soldi. Ancora meglio sarebbe se ci fosse qualche giornalista non asservito che scrivesse ogni tanto 3 righe sull'argomento. Ma non preoccupatevi: domani ci sarà una nuova puntata di Porta a Porta e scoprirete di che marca erano le babbucce dell'assassino di Cogne. Vi rovino la sorpresa: erano di Prada.
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