martedì, luglio 11, 2006

Onorevoli Wanted!

Cari Bloggers,

normalmente non faccio pubblicità sul mio sito, ma oggi farò un'eccezione e vi consiglierò un divertentissimo libro da leggere in spiaggia: Onorevoli Wanted, scritto dalla premiata ditta Travaglio-Gomez. In realtà i veri autori sono i nostri parlamentari "diversamente onesti" e i 2 hanno solo messo la firma ;-)
Il quadro è tragico:
a furia di parlare di «quote rosa», si rischia di trascurare una rappresentanza parlamentare ben più rappresentativa, o ben più rappresentata: quella degli eletti nei guai con la giustizia. Le «quote marron». Il nuovo Parlamento (italiano ed europeo) conta già 25 condannati definitivi, 8 condannati in primo grado, 17 imputati, 19 indagati, 10 prescritti, più un pugno di miracolati dall'immunità, da leggi vergogna e da giudici distratti. Il totale è di 82, di cui 65 di centrodestra e 17 di centrosinistra. Il primo contribuente alle quote marron è Forza Italia, con 29 eletti; seguono An con 14, Udc con 10, Lega Nord con 8, e in fondo Dc, Psi e Movimento per l'autonomia con 1 per ciascuno. Nell'Unione svettano Ds e Margherita (6 più 6), seguiti a distanza da Udeur e Rifondazione (2 più 2) e Rosa nel pugno (1).Un campionario di reati «comuni», perlopiù senz'attinenza alcuna con la politica . Vince la classifica dei delitti preferiti dai parlamentari la corruzione (18 casi), tallonata da finanziamento illecito (16), truffa (10), abuso d'ufficio e falso (9), associazione mafiosa (8), bancarotta fraudolenta e turbativa d'asta (7), associazione per delinquere, falso in bilancio e resistenza pubblico ufficiale (6), attentato alla Costituzione e all'unità dello Stato e costituzione di struttura paramilitare fuorilegge (5), concussione, favoreggiamento e frode fiscale (4), diffamazione, abuso edilizio e lesioni (3); poi, a quota 2, banda armata, corruzione giudiziaria, peculato, estorsione, rivelazione di segreti. Fanalini di coda, con un solo caso per ciascuno: omicidio, associazione sovversiva, favoreggiamento mafioso, aggiotaggio, percosse, istigazione a delinquere, incendio, calunnia, voto di scambio, fabbricazione di esplosivi, plagio e persino adulterazione di vini.

Gli episodi coprono tutto lo spettro che va dal tragico al comico: Domenico Nania, senatore di An, superata una gioventù politica vivace (7 mesi per lesioni personali nell’ottobre ’69) è stato condannato in primo grado (90 giorni di carcere più 15 mila euro) per aver trasformato in villa con piscina un «vetusto fabbricato rurale» a Barcellona Pozzo di Gotto (particolare gustoso: l’amico progettista diventò assessore all’Urbanistica); il ds Vincenzo Visco se l’è cavata con 10 giorni, 20 milioni (di lire) e pena sospesa per la lunga storia di un rustico a Pantelleria (altro particolare gustoso: nel ’95 tentò di usufruire del condono Berlusconi). Non mancano gli evergreen, dalle note e svariate disavventure giudiziarie di Berlusconi (che straccia D’Alema con sei prescrizioni a una: un presunto finanziamento illecito di 20 milioni dell’85, poi archiviato) all’«autogol» di Dell’Utri, che il 5 maggio ’87 spiega al giudice perché tale Rapisarda non può essere mafioso, «il discorso fa ridere... in quanto proprio è uno che parla in maniera sconsiderata di tutto e di tutti e credo che sia anche una persona che non ha nessun senso dell’amicizia, nessun rispetto...».
Del resto, dalle carte degli interrogatori spuntano episodi memorabili come il calvario fantozziano del banchiere Fiorani che racconta al pm Greco di quando a Villa Certosa portò in dono a Berlusconi un cactus di 40 chili, «un dislivello di 500 metri sotto il peggior sole... caldo enorme... pungeva parecchio, la camicia era bucata... sudore micidiale...». O l’attuale segretario udc Lorenzo Cesa che nel ’93 sospira a un pm: «Oggi mi sento più sereno, intendo vuotare il sacco». E racconta di quando il ministro del Lavori pubblici Prandini lo usava come collettore delle tangenti Anas, «chiesi al ministro cosa dovevo riferire al Cozzani (un imprenditore, ndr ) e mi sentii rispondere che gli dovevo chiedere il 5 per cento dell’appalto», quindi il giovane Cesa porta al ministro «una borsa di plastica rigida piuttosto spessa»: tutto prescritto, nel frattempo.

Su 900 e rotti parlamentari, i «diversamente onesti» accertati o sospettati sono una novantina. Uno su dieci. Una percentuale di devianza criminale che non si riscontra nemmeno nelle più disagiate periferie metropolitane . Chi avvistasse un poliziotto di quartiere, è pregato di condurlo al più presto alla Camera e al Senato.

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